LA RIFORMA DELLA PA: SFIDE ED OPPORTUNITA’ DELLA RIVOLUZIONE NEL SETTORE PUBBLICO

LA RIFORMA DELLA PA: SFIDE ED OPPORTUNITA’ DELLA RIVOLUZIONE NEL SETTORE PUBBLICO
Roma – A fine Aprile il premier Renzi ed il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, hanno firmato congiuntamente la lettera per la Riforma della PA indirizzata a tutti i dipendenti pubblici. La lettera, ispiratrice del successivo D.L. 90 del 24 giugno 2014, chiarisce come l’opportunità di rilancio per il nostro Paese sia collegata al riuscire a “mettere ordine nelle regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia)”.
 
“Fare sul serio”, comportarsi diversamente “dal passato, nel metodo e nel merito” partendo dal settore pubblico, impatta su tre linee guida principali:
1) Il cambiamento comincia dalle persone
2) Tagli agli sprechi e riorganizzazione della Pubblica Amministrazione
3) Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi.
 
“Ciascuna di queste linee guida richiede provvedimenti concreti”. Provvedimenti che lasciano presagire una vera e propria Rivoluzione all’interno della PA.
Questa rivoluzione, che parte dall’alto, trova inneschi già attivi che guardano nella stessa direzione, all’interno di numerose pubbliche amministrazioni. Amministrazioni virtuose all’interno delle quali, ad esempio, i contratti con i fornitori sono monitorati anche grazie al supporto di società esterne, indipendenti e certificate che verificano l’andamento delle forniture, con particolare attenzione alla prevenzione di tutti gli scostamenti rispetto agli impegni economici previsti, ai volumi della fornitura, alla qualità della stessa.
 
Questo tipo di attività, come Creasys stessa ha avuto modo di verificare grazie all’esperienza maturata sul campo presso le Amministrazioni in cui opera, è particolarmente sentita dall’alta dirigenza.
Più è lungo ed articolato in diversi servizi un contratto di fornitura e, più è alta la possibilità che si verifichi la necessità di prendere decisioni importanti a supporto di: un servizio in sofferenza per il verificarsi di criticità non previste/non prevedibili, livelli di erogazione del servizio insoddisfacenti, variazioni contrattuali.
Decisioni che necessitano di opportune analisi ed approfondimenti.
 
Il monitoraggio dei contratti di grande rilievo, ad oggi obbligatorio solo per i contratti stipulati dalla PA Centrale, si inserisce proprio in questo contesto operativo erogando non solo un servizio di “controllo”, ma anche un complesso di attività a supporto dei processi decisionali di cui sopra.
Il monitoraggio dei contratti pur nascendo in ambito ICT può, e dovrebbe, essere utilizzato altresì per contratti di fornitura afferenti ad altri settori e stipulati anche dalle PA locali.
 
Oltre a ciò il monitoraggio amplifica le sue potenzialità in combinazione con altri strumenti di gestione come il cost management, attraverso il quale è possibile analizzare i costi dell’intero ciclo di vita di un progetto complesso avvantaggiandosi della possibilità di effettuare delle stime nelle fasi iniziali di un programma.
 
Monitoraggio e cost management, quindi, si sposano totalmente con la rivoluzione del settore pubblico auspicata dal tandem Renzi-Madia, in particolar modo guardando alla seconda linea guida pubblicata nella lettera. Quello che invece non c’è scritto nero su bianco, e che invece possiamo testimoniare grazie alle Amministrazioni che già fruiscono di servizi come il monitoraggio e la gestione dei costi, è che per fortuna esistono già persone, lungimiranti, grazie alle quali il cambiamento è già iniziato.